Arriva una rivelazione sconcertante su Pecco Bagnaia, poco fa è iniziata a circolare la notizia. Francamente non ci voleva, ecco qual è il motivo vero e proprio.
Una voce di corridoio ha scosso il paddock MotoGP e acceso i riflettori sul box Ducati: secondo quanto riportato da Fanpage, Davide Tardozzi si sarebbe lasciato sfuggire in privato un giudizio netto su Francesco “Pecco” Bagnaia, definendo la situazione “un bel problema”.

Bagnaia, pilota simbolo della Ducati e volto principale del progetto ufficiale, resta il punto di riferimento tecnico e sportivo del team. Ma la MotoGP attuale vive su equilibri sottilissimi: la pressione, la gestione delle Sprint, l’alchimia perfetta tra qualifica e passo gara, il rispetto rigoroso delle finestre di pressione gomme e la delicatezza delle procedure di partenza sono tasselli che, se anche solo uno viene a mancare, possono trasformare un weekend in un puzzle complicato. In questo quadro, la frase attribuita a Tardozzi fa rumore perché suggerisce che il “problema” non sia episodico, bensì strutturale o comunque ricorrente.
Bagnaia, cosa è accaduto?
Cosa potrebbe esserci dietro? Gli osservatori più attenti indicano alcune aree sensibili. Le partenze, innanzitutto: nella MotoGP moderna lo scatto da fermo, con holeshot device e frizioni estremamente sofisticate, è diventato determinante. Un piccolo margine di incertezza nel punto di stacco, nella modulazione della coppia o nella gestione della mappa può costare due-tre posizioni alla prima curva, condizionando tutto il resto.

Bagnaia, pilota di straordinaria pulizia e ritmo sulla distanza, in più di un’occasione ha dovuto costruire la rimonta dopo i primi metri non perfetti. È un aspetto noto nel paddock, e se davvero in Ducati lo considerano un “bel problema”, significa che l’attenzione interna è massima.
C’è poi il tema, altrettanto decisivo, della pressione degli pneumatici. Da quando il controllo è diventato stringente, la finestra operativa ideale va centrata con chirurgica precisione: scia, traffico, meteo e strategia di gara influiscono in modo pesante. Un pilota capace di imporre ritmo solitario può esaltarsi; uno costretto a restare in coda, invece, rischia di vedere le pressioni salire oltre il target, perdendo grip e fiducia sull’anteriore. Più di una gara recente ha dimostrato quanto questa variabile possa ribaltare gerarchie altrimenti consolidate. Se la Ducati ritiene che la gestione di tali micro-dettagli stia diventando una criticità con Bagnaia, ecco spiegata la definizione di “problema” in ottica mondiale.
Il contesto esterno aggiunge ulteriori pressioni. Ducati si muove in un ambiente iper-competitivo, con avversari di altissimo livello e con una batteria di Desmosedici satellite capaci di intralciare, involontariamente o meno, i piani del team ufficiale. Gestire le scie in qualifica, farsi aprire strada nel momento giusto senza prestare il fianco alle accuse di “gioco di squadra”, restare entro i binari del regolamento e al tempo stesso massimizzare ogni sessione: un equilibrio sottile, soprattutto quando il campionato si gioca su manciate di punti.